Europa, verso il cambiamento del paradigma del copyright su Internet

26/9/18

Europa, verso il cambiamento del paradigma del copyright su Internet

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il 12 settembre scorso, il Parlamento europeo ha adottato la proposta di direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale, dopo aver modificato la proposta iniziale respinta a luglio.dopo aver modificato la proposta iniziale che era stata respinta a luglio. Tuttavia, deve ancora essere sostenuta dal Consiglio e dalla Commissione, in modo che, una volta raggiunto il consenso, il Parlamento europeo possa approvare gli articoli finali del provvedimento, in una votazione che dovrebbe svolgersi il prossimo gennaio. Se questa direttiva dell'UE verrà finalmente approvata, i diversi aggregatori di contenuti su Internet - cioè le piattaforme in cui vengono raccolti i link alle notizie o a qualsiasi tipo di contenuto proveniente da un numero infinito di fonti diverse, come ad esempio YouTube - dovranno cambiare il loro modello di business, poiché gli articoli 11 e 13 rappresentano un cambiamento radicale della legislazione attuale.L'articolo 11, infatti, si rivolge ai media, dando agli editori di stampa il potere di decidere se le loro notizie possono essere diffuse, in tutto o in parte, su altre piattaforme digitali, o addirittura di chiedere un compenso per l'uso digitale dei loro contenuti.Ma è l'articolo 13 quello più controverso, in quanto stabilisce che le piattaforme online devono"adottare, in collaborazione con i titolari dei diritti, misure appropriate per garantire il corretto funzionamento degli accordi conclusi con i titolari dei diritti per l'uso delle loro opere o di altri materiali o per impedire che opere o altri materiali identificati dai titolari dei diritti in collaborazione con i fornitori di servizi siano resi disponibili sui loro servizi", il che mette sotto scacco le grandi aziende tecnologiche, che diventano responsabili delle violazioni del copyright. Finora, infatti, erano responsabili solo quando venivano avvertite della violazione del copyright e non agivano di conseguenza. Ora, invece, devono essere proattive nel garantire che nessun contenuto venga caricato sulla loro rispettiva piattaforma senza la relativa autorizzazione e, nel caso in cui ciò avvenga, ottenerla dai titolari dei diritti e pagare questi autori se la loro opera viene infine riprodotta.A prima vista, la prima cosa che viene in mente è che le piattaforme di streaming o di download avranno ancora più difficoltà, cosa che personalmente trovo necessaria perché la violazione dei diritti di proprietà intellettuale dei titolari dei diritti d'autore è dannosa per la nostra cultura, in quanto impedisce a questi autori di poter sostenere le loro creazioni, e quindi di smettere di creare.Tuttavia, queste misure renderanno anche molto più difficile l'utilizzo di Internet come siamo abituati a fare perché, per darvi un'idea, potrebbero addirittura colpire i meme che utilizzano immagini protette. Questa futura regolamentazione è in linea con l'orientamento della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE), come dobbiamo ricordare l'importante e recente sentenza nella causa C-161/17 del 7 agosto, in cui la CGUE ha rafforzato il diritto d'autore delle fotografie su Internet. In tale sentenza si afferma che "fattesalve le eccezioni e le limitazioni esaustivamente previste dalla direttiva, qualsiasi utilizzo di un'opera da parte di terzi senza il previo consenso dell'autore deve essere considerato come una violazione dei diritti dell'autore", in quanto"la pubblicazione, su un sito Internet, di una fotografia precedentemente pubblicata su un altro sito Internet - dopo essere stata copiata, tra queste due pubblicazioni, su un server privato - deve essere considerata come unaviolazione dei diritti dell'autore", su unserver privato - deve essere qualificata come 'messa a disposizione' e, di conseguenza, come 'atto di comunicazione '", poiché"la pubblicazione di un'opera protetta da diritto d'autore su un sito Internet diverso da quello in cui è stata effettuata la comunicazione iniziale con l'autorizzazione del titolare del diritto d'autore deve essere qualificata come messa a disposizione di un nuovo pubblico".

Georgina García-Más (Avvocato T&l)

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